Quaresima Paolo

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Paolo Quaresima nasce nel 1962 a Merano, Bolzano, dove vive e lavora.

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Terminato il liceo classico si diploma nel 1988 all’Accademia di Belle Arti di Venezia e da allora si dedica interamente alla pittura. Una pittura del dettaglio, eseguita seguendo un rigore compositivo che conduce entro spazi privi di figure, ove il silenzio sembra regnare incontrastato.

Inizialmente i soggetti che prediligeva erano legati alla figura, tema al quale l'artista ha attribuito un ruolo di assoluta centralità nella propria indagine pittorica, ma che ha successivamente accantonato a favore del tema dei porti e delle archeologie industriali. Più di recente lo sguardo si concentra su altri soggetti, nature morte fatte di "strumenti feriali della vita", come ama definirli l'artista, ovvero oggetti di uso quotidiano quali indumenti, stoviglie e utensili di varia provenienza che danno vita ad insolite composizioni ove l’accostamento paradossale di alcuni oggetti conduce in una dimensione quasi surreale, pervasa da una esilarante ironia.

La sua è una pittura intimista, eseguita con estremo rigore compositivo, che ci guida metaforicamente lungo un percorso dentro e intorno alle mura domestiche e che ci offre innumerevoli spunti di riflessione. Il concetto di dentro/fuori, la contrapposizione tra due mondi, interno e esterno è rappresentato da soglie, davanzali, porte e finestre che vogliono permettere al nostro sguardo di entrare nelle case ma, allo stesso tempo, ciò che viene intimamente conservato al loro interno sembra fuoriuscire per mettersi in mostra. Il ritaglio prospettico della finestra, che spesso fa da sfondo alle composizioni, non è solo un piano di proiezione, ma è anche metaforicamente un luogo definito e circoscritto dietro al quale si nasconde il mondo familiare, segreto, personale e davanti al quale si apre il mondo esterno, estraneo, eterogeneo. L’autore capovolge il concetto e posiziona elementi dello spazio domestico sulle facciate esterne, rivoluzionandone la collocazione e creando così contesti quasi paradossali facendo ampiamente uso dello strumento dell’ironia, che pervade ogni suo lavoro e che invita al sorriso sin dalla lettura del titolo dell’opera, spesso ideato con un gioco di parole, divertente vezzo dell’autore.
Spesso gli sfondi, gli ambienti sono chiari e alcuni degli oggetti rappresentati in primo piano si richiamano da un dipinto all’altro creando una sorta di eco che si diffonde tra equilibri di forme e colori accuratamente studiati e ragionati. Questo filo conduttore permane anche nei lavori successivi e ne deriva un’indiscussa armonia, una sorta di “musicalità visiva” unitamente ad un piacevole senso di stabilità, nonostante la fragilità di ceramiche e porcellane, spesso disordinatamente accatastate e spesso in bilico su mensole e scaffali.

Numerose sono le mostre personali e collettive alle quali ha partecipato in Italia e all’estero. L’ultima mostra alla Galleria Forni è del 2018, una personale dal titolo "In-canto bianco".

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