La prima mostra personale di Cargiolli risale al 1971, presso la galleria “Fillungo” di Lucca, curata dal critico e storico dell’arte Pier Carlo Santini, che lo seguirà per molti anni nella sua ricerca artistica.
Negli anni 80 inizia la collaborazione con la galleria Forni e dà avvio ad un’intensa attività espositiva in Italia e all’Estero. Da segnalare tra le numerose mostre, le antologiche svoltesi al Palazzo Ducale di Massa e al Palazzo Ducale di Urbino.

Il suo percorso pittorico è da sempre segnato da un’impronta visionaria, surreale, permeata da indiscutibile poesia e profonda dolcezza.
La leggerezza del segno e i toni delicati danno forma ad insolite nature morte e improbabili paesaggi dai richiami vagamente fiabeschi.
Contesti surreali sono disseminati di oggetti, alberi, casette e piccoli animali per dare concretezza al sogno e creare una sorta di mondo parallelo fatto di piccole e semplici cose, assolutamente autentiche, arricchite di un intimo lirismo. Significative a questo proposito sono le parole di Tiziano Forni, profondo estimatore del lavoro di Cargiolli: “(...) Entrando nello studio del nostro si lasciano all’esterno le desolate realtà del quotidiano e ci s’immerge in quella latitudine dei sogni in cui l’artista ama vivere.” Così si espresse il fondatore della galleria nell’introduzione al catalogo della mostra del 2001 alla Forni di Bologna, preceduta da un testo di Franco Basile, altrettanto significativo nell’interpretare la dimensione onirica della pittura di Cargiolli “(...) Tutto è semplice, anche se fantasticamente impreziosito dagli emblemi di un linguaggio che ha come punteggiatura conchiglie, barche, spicchi di luna, pettirossi e che riporta alla favola e alle cose di un’infanzia sotto-pelle in un succedersi di giochi che si tengono all’interno di un’unica scena (...)