I dipinti selezionati per la mostra appartengono a due recenti cicli di lavori. Il divano è l’elemento comune ad entrambi, divano inteso come piccolo palcoscenico dove interpreti inconsueti prendono posto per mettersi in posa ed essere ritratti dall’occhio indagatore dell’autore.

Tra gli interpreti di queste insolite rappresentazioni, non vi sono solo figure umane ma anche soggetti tratti dal regno animale. Lungo il percorso espositivo si incontreranno quindi tigri, struzzi ed elefanti, sdraiati su divani e poltrone di svariate fattezze, posando nelle posizioni più scomode per offrire il loro profilo migliore.

Il ciclo dedicato al genere umano è rappresentato da improbabili coppie, altrettanto irrigidite in scomode posizioni per farsi ritrarre al meglio, se non addirittura per farsi “analizzare”, come sul divano di uno psicanalista, richiamando alla memoria i film di Woody Allen, in particolare i personaggi della pellicola "Basta che funzioni" (Whatever works). Le note riflessioni di Allen relative alla complessità dei rapporti interpersonali sembrano prendere forma su queste tele, nate per celebrare l’essere umano imperfetto, coacervo di pulsioni e sentimenti, che ricerca la felicità senza troppi moralismi, abbandonando le ipocrisie, sfidando le convenzioni.

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